13/11/2023
Il rinvio della riforma costituzionale dell'ordinamento giurisdizionale sarebbe un grave errore.

Se si rivelasse vera la notizia diffusa dalla stampa secondo la quale il governo intende rinviare la riforma costituzionale dell’ordinamento giurisdizionale, per dare impulso solo alla riforma del premierato, sarebbe un grave errore significherebbe il venir meno a precisi impegni assunti in campagna elettorale

Apprendiamo da notizie di stampa che il governo avrebbe deciso di interrompere l’iter di approvazione della legge costituzionale di riforma dell’ordinamento giurisdizionale, nell’ambito del quale è prevista anche la separazione delle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri, in favore della proposta di riforma che mira ad introdurre il premierato. Non vogliamo credere che così sia, perché sarebbe un grave segnale di debolezza della politica nei confronti della magistratura che ha sino ad ora manifestato, nella sua parte prevalente, la propria contrarietà ad ogni intervento che modifichi, in qualunque senso, lo status quo. Non vogliamo crederlo perché la riforma dell’ordinamento giurisdizionale è un preciso impegno assunto dalla maggioranza che governa il paese e scegliere di non darvi impulso fin dall’inizio della legislatura, equivarrebbe ad un grave errore. La riforma appare indispensabile per sanare gli squilibri che hanno determinato la crisi della magistratura, in quanto una magistratura autorevole e legittimata dalla fiducia dei cittadini è un bene prezioso per ogni democrazia degna di questo nome e non può essere negoziato o svenduto a fronte di ragioni di opportunità. Ricordiamo poi che la riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri trae la propria origine dall’iniziativa popolare testimoniata dalle oltre 77.000 firme raccolte dall’Unione delle Camere Penali Italiane e che sono stati, dunque, i cittadini a richiederne al Parlamento la trattazione. Il governo aveva annunciato che, trascorsa l’estate, avrebbe presentato un proprio disegno di legge e così ha ottenuto di sospendere l’iter parlamentare della riforma. Non riprendere tale percorso vorrebbe dire venire meno agli impegni assunti nei confronti del proprio elettorato e nei confronti di tutti i cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge costituzionale.

 

La Giunta

 

Roma, 13 novembre 2023