07/02/2023
PROPOSTE UCPI DI EMENDAMENTI AL DLGS 150/2022

Pubblichiamo le proposte di emendamento al D.Lgs. n. 150/2022 (“riforma Cartabia”), redatte dall’Unione con il Centro Studi Aldo Marongiu, e consegnate al Ministro della giustizia.

Il differimento dell’entrata in vigore del Decreti attuativi della c.d. “Riforma Cartabia”, voluto dal nuovo Governo, ha visto svilupparsi un dibattito sia intorno alla filosofia della riforma, sia sulla incidenza sistematica che alcuni istituti determineranno nel processo penale. 

L’Unione delle Camere Penali Italiane ha più volte avuto modo di ribadire che, se sul piano sostanziale l’intervento riformatore, sia pure in modo parziale, costituisce un apprezzabile contributo ad una nuova definizione del sistema sanzionatorio e dell’esecuzione penale, sul piano della disciplina processuale invece, i Decreti Delegati definiscono un quadro spesso incongruente che nella pratica attuazione è destinato a determinare l’erosione dei diritti di difesa senza peraltro provocare una effettiva riduzione dei tempi del processo. 
Del resto, con la legge delega il Legislatore aveva inteso porre rimedio agli aspetti più devastanti dell’originario disegno Bonafede e mitigare gli effetti della abrogazione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. L’impegno riformatore del Governo Draghi e della Ministra Cartabia in particolare ha certamente avuto il merito di ricondurre al centro del percorso di riforma un quadro valoriale diametralmente opposto a quello assunto come riferimento dal Ministro Bonafede, e dalla forza di maggioranza relativa del Parlamento italiano nella scorsa legislatura. Per questa ragione, l’avvocatura penalistica si è impegnata nella difesa e nel sostegno di questo sforzo, comprendendone la enorme difficoltà e -viste le condizioni date- il grande valore politico. Ma è del tutto ovvio che un simile sforzo ha inevitabilmente determinato un prodotto aperto a diverse soluzioni e con profili di ambiguità, prontamente segnalati dall’avvocatura penale, così che in alcuni casi il Legislatore delegato ha potuto procedere eccedendo la Delega, in altri prevedendo una disciplina destinata ancor più a mortificare i diritti della difesa e le garanzie dell’imputato. 
Nel corso di questa Legislatura sarà necessario verificare le condizioni per una organica riforma del processo penale che, all’insegna del ritorno allo spirito, e per tante parti alla lettera, del codice del 1988, restituisca il significato proprio al sistema accusatorio. 
Questa dovrà essere la Legislatura nella quale portare a compimento la Riforma di Ordinamento Giudiziario che finalmente preveda la separazione delle carriere tra i Giudici e i Magistrati del Pubblico Ministero. 
Oggi i penalisti italiani, insieme alla maggioranza degli studiosi del diritto penale, chiedono che sia ripristinato nel nostro sistema l’istituto della “prescrizione sostanziale”: base di partenza per la discussione è il progetto elaborato dalla Commissione Lattanzi. 
Ineludibile è poi l’intervento per la interdizione del potere di appellare le sentenze di assoluzione da parte del P.M. 

Quanto alla disciplina processuale oggetto della Delega, da una parte dovranno prevedersi interventi organici di nuova definizione per estendere l’operatività dei riti speciali, realizzare una effettiva depenalizzazione e un profondo ripensamento dell’intero sistema delle impugnazioni. Sono poi urgenti interventi – da inserirsi nel percorso di aggiornamento e modifica dell’attuale disciplina già previsti nella legge delega – finalizzati a correggere le storture dei Decreti Attuativi.