05/11/2021
SEMEL INQUISITO, SEMPER INQUISITO!

Pubblichiamo il documento dell'Osservatorio sulla informazione giudiziaria in merito all'articolo pubblicato nei giorni scorsi su 'Il Fatto Quotidiano'. 

In fondo è solo un titolo, di quelli – come si usa dire – acchiappaclick; di quelli che, abilmente, solleticano la ‘pancia’ del lettore.

“Un indagato e tre ex inquisiti: Gualtieri sceglie il passato”. Questo è quello ‘scelto’ dal Fatto Quotidiano per informare i propri lettori in ordine alla formazione della nuova Giunta del Comune di Roma.

Ergo, non ci sono ‘cavalieri senza macchia e senza paura’ nella nuova amministrazione capitolina, ma persone che hanno o, addirittura, hanno avuto a che fare con la giustizia. Che poi la posizione di queste ultime sia stata archiviata importa poco: questa informazione, pure contenuta altrove nel testo, assume un peso minore rispetto all’impatto emotivo sollecitato dal titolo principale.

Ed è proprio questo il punto.

Mentre la Politica è impegnata nella ‘traduzione’ normativa della Direttiva Europea in materia di presunzione d’innocenza – dunque anche sul versante delle ricadute mediatiche delle vicende giudiziarie – lo strepitus connesso al risalto offerto dalla stampa ad una vicenda dai connotati ‘penalmente’ rilevanti trova una nuova dimensione, quasi metagiuridica.

E sì perché la dizione ‘ex inquisito’ ha un’altra traduzione, dal sapore molto differente.

Che si tratti di una persona indagata, e la cui posizione sia stata archiviata per l’infondatezza della notizia di reato, o tratta a giudizio, e di seguito assolta, c’è una sola espressione che a nostro avviso merita di essere utilizzata in proposito: ed è quella di innocente. Perché di un innocente si tratta.

E allora perché utilizzare una locuzione diversa? Un’indagine penale – per giunta senza esito – non è mica un marchio di Caino, sul quale lasciar scivolare sottilmente l’ombra gettata da qualche schizzo di fango.

Perché richiamare, in modo pressoché esclusivo, l’attenzione del lettore sul pregresso coinvolgimento di alcuni dei nuovi amministratori in precedenti indagini penali, peraltro conclusesi in un nulla di fatto? Come se tanto rappresentasse una sorta di ‘vischiosa’ falsa partenza, pregiudicante ab initio la futura azione amministrativa.

Qui non è questione da ricondursi ai binari d’una novella legislazione da confezionare; a meno, naturalmente, di non voler introdurre – accanto alla presunzione di innocenza – una ‘presunzione di illibatezza’.

Il tema è quello dell’idea che si coltiva della giustizia, quasi fosse una sorta di universo etico in grado di distribuire patenti di moralità. E poi della vita, e del rispetto della persona umana.

Ed è un tema che riguarda tutti.

Perché ‘ex inquisito’ – o meglio, innocente – può esserlo chiunque di noi.

Roma, 5 novembre 2021

L’Osservatorio sulla informazione giudiziaria