10/09/2013
Basta con il diritto simbolico. Sul femminicidio l'Unione udita dalle commissioni riunite giustizia e affari costituzionali della Camera.

Valerio Spigarelli, Presidente dell'Unione e Matteo Pinna del Centro Studi Aldo Marongiu sono intervenuti stamattina presso le commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera. Hanno ribadito la contrarietà di fondo dei penalisti alla impostazione del decreto sul c.detto femminicidio, illustrando anche una serie di emendamenti soppressivi tesi a migliorare, per quanto possibile, il testo normativo. L'impressione, purtroppo, è che su questi temi, in cui la demagogia e l'emotività appaiono gli unici criteri ispiratori del legislatore, il fronte sia compatto.

Audizione Femminicidio - Agenzie di stampa del 10.9.2013

 

Femminicidio: Ucpi; decreto va profondamente ripensato, basta con legislazione simbolica e propagandistica

Il presidente Valerio Spigarelli e l’avvocato Matteo Pinna in audizione alla Camera

Il decreto sul femminicidio va “profondamente ripensato”. È quanto sostenuto dall’Unione Camere Penali in audizione di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia, nell’ambito dell’indagine conoscitiva del ddl C. 1540 n. 93. Il presidente dell’Ucpi Valerio Spigarelli e l’avvocato Matteo Pinna del Centro Studi Aldo Marongiu, hanno sviscerato le critiche al decreto attraverso l’elaborato presentato alle Commissioni, in cui vengono proposti emendamenti soppressivi di alcune norme. Spigarelli, ricordando l’immediata presa di posizione dei penalisti contro il decreto, “non per disconoscere o minimizzare il fenomeno della violenza”, ha sottolineato come il provvedimento rientra in quella “decretazione d’urgenza che in campo penale produce una legislazione simbolica e asistematica”, e che “non è il modo più giusto per intervenire sulla materia”. Nel dettaglio, sull’irrevocabilità della querela, il leader dei penalisti ha spiegato che la norma “produrrà paradossalmente effetti antitetici rispetto alle intenzioni del legislatore”, in una “via senza ritorno”. Preoccupazioni, per l’Ucpi, sulle norme che portano a una “deprivazione del contraddittorio e al mancato irrobustimento della verità nel processo”, e a quelle che ampliano i poteri della polizia giudiziaria, come la possibilità di disporre l’allontanamento di chi sia colto in flagranza di reato: “evento che dovrebbe essere residuale”, ha aggiunto Spigarelli, che ha parlato di previsioni “stravaganti”. E ancora: “Un sistema penale avanzato rigetta l’idea della denuncia anonima – hanno proseguito i penalisti -; e invece con questo passaggio si assiste a un arretramento fondamentale della civiltà giuridica del nostro Paese, che contrasta con le più elementari esigenze difensive”; e poi il passaggio sulla “flagranza differita”, in “contrasto con la Costituzione, in una reiterata affermazione di strappo alla legalità”. Infine i penalisti hanno ribadito la loro “avversione" nei confronti della "norma che impone, pena l’inammissibilità, la notifica delle richieste di mutamento rispetto ad alcune misure cautelari, così come l’introduzione di un doppio binario processuale per alcuni reati, ed ancora, la normativa asistematica e scoordinata in tema di aggravanti al reato di furto e rapina”. Per questo “non si può continuare a intervenire attraverso una legislazione simbolica reattiva propagandistica – ha concluso Spigarelli – destinata a produrre frutti avvelenati”.

Roma, 10 settembre 2013