15/11/2024
La caduta dell'impero, Scarpinato e dintorni.

L’esistenza di un sistema giustizia malato richiede necessarie e non più rinviabili riforme radicali. Il documento della Giunta.

Le notizie di pubblici ministeri che nascondono le prove favorevoli alla difesa e quelle di ex procuratori della repubblica antimafia che concordano le audizioni davanti alla commissione antimafia di ex procuratori indagati dall’antimafia, oppure che hanno “insabbiato procedure interne” alla Direzione Nazionale Antimafia riguardanti PM e Ufficiali di Polizia Giudiziaria oggi sottoposti ad indagine per le note vicende riguardanti presunti dossieraggi illegali, nonché gli attacchi insensati di pubblici ministeri nei confronti di avvocati che  ricoprono anche il ruolo di parlamentare, denunciano l’esistenza di un sistema giustizia malato per il quale sono necessarie e non più rinviabili riforme radicali. Si tratta di sintomi che evidenziano l’esistenza all’interno della magistratura di una cultura giudiziaria indifferente alle regole, nell’ormai erronea convinzione di potere continuare a dettare l’agenda della legalità e della moralità all’intero paese. La reiterazione di condotte istituzionalmente “infelici” disvela la fallacia della ultratrentennale narrazione fondata sull’egemonia culturale delle procure. Dovranno, pertanto, ricredersi coloro i quali hanno pregiudizialmente ritenuto che i pubblici ministeri incarnassero, sempre e comunque, il senso dello Stato e la rettitudine non solo legale ma anche morale. Quella postulata primazia quasi antropologica, anche se, ovviamente, non è mai esistita, oggi non può più essere neppure immaginata. Uomini di punta di importanti procure sparse per l’Italia, alcuni dei quali rivestono rilevanti ruoli istituzionali, si sono dimostrati molto più “ordinari” di quanto si è tentato di fare passare e la loro insofferenza verso le regole conferma l’impellente necessità di riequilibrare il sistema giustizia e il rapporto tra libertà, democrazia e autorità. Nel procedimento penale, nessuna parte potrà né dovrà mai più essere preventivamente considerata più credibile rispetto agli altri attori del processo e ciò, ovviamente, anche nell’ambito del sistema mediatico.

Roma, 15 novembre 2024

La Giunta