Quanto sta accadendo a Genova solleva il tema degli incarichi che i componenti laici, come quelli togati, possono assumere dopo aver dopo aver cessato le loro funzioni. La nota della Giunta dell’Unione Camere Penali.

Quanto accade a Genova ci interroga ancora una volta sui rapporti tra politica e magistratura e conferma l’urgenza di un intervento riformatore complessivo e organico.

La scelta di individuare quale figura di garanzia, rispetto alle contestazioni mosse in un procedimento penale ancora in corso, chi abbia da poco ricoperto le delicate funzioni di vice Presiedente del CSM pone, tra gli altri, il tema degli incarichi che i componenti laici, come quelli togati, possono assumere dopo aver dopo aver cessato le loro funzioni a Palazzo dei Marescialli.

Solleva il tema dei limiti, ma anche dell’etica del potere e del rispetto delle alte funzioni svolte, anche una volta cessate.

Quando tale nomina non è un fatto isolato, dato che in relazione alla medesima indagine, anche sul fronte pubblico già a giugno si è fatto ricorso ad un ex componete del CSM per la carica di Commissario straordinario aggiunto all’Autorità Portuale, la riflessione non può che essere più ampia.

Il tema da affrontare sembra coinvolgere il delicato equilibrio dei rapporti tra potere giudiziario e potere politico, avendo ben presente che se in una democrazia costituzionale la funzione del potere giudiziario è anche quella del limite al potere politico, questa non puoi mai divenire essa stessa esercizio di tale potere.

Ciò che più preoccupa è che tale progressiva invasione di campo sembra svilupparsi naturalmente con il consenso di tutti i soggetti coinvolti, dentro e fuori dal processo penale.

Il recupero del senso e del limite dei rispettivi poteri non sembra più essere rinviabile ed appare quantomai necessario che prenda avvio senza ulteriori rinvii il dibattito parlamentare per la riforma costituzionale della magistratura.

Roma, 31 luglio 2024

La Giunta