25/05/2021
La Commissione ministeriale boccia il progetto Bonafede

La Commissione ministeriale boccia il progetto Bonafede e tre anni di populismo giustizialista. UCPI sottolinea il positivo cambio di passo; restano alcune ipotesi non condivisibili e la necessità di ulteriori interventi per salvaguardare le impugnazioni.

La Relazione della Commissione ministeriale che prevede proposte di emendamenti del DDL di delega al Governo per la modifica del processo penale deve essere oggetto – sin da questa prima lettura– di un giudizio articolato.
È evidente il positivo superamento della logica giustizialista e populista che caratterizza il progetto Bonafede ove unica strada per la riduzione dei tempi del processo è data dalla limitazione delle garanzie e delle prerogative della difesa. La Commissione abbandona le previsioni più odiose: velleitarie sanzioni disciplinari per lo sforamento dei tempi dell’indagine; la individuazione delle priorità affidate ai Procuratori della Repubblica; le preclusioni ai riti speciali; la drastica preclusione alla nuova acquisizione della prova nel caso di mutamento del collegio giudicante; il mandato specifico ad impugnare; l’appello monocratico; l’assegnazione del secondo grado di giudizio a magistrati onorari; la abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio.  
Anche dopo l’interlocuzione con l’Unione delle Camere Penali Italiane, la Commissione avanza proposte certamente apprezzabili in materia di:
- previsione di norme transitorie per l’adeguamento del nuovo processo penale telematico;
- controllo giurisdizionale del tempo della iscrizione della notizia di reato e di effettiva durata delle indagini; 
- abolizione di molte ostatività per i riti speciali potenzialmente estesi anche ai reati di competenza della corte di assise e puniti con l’ergastolo; 
- abolizione dell’appello del pubblico ministero;
- ampliamento del catalogo delle sanzioni penali non detentive;
- proposte di riforma della disciplina della prescrizione che superano la legge Bonafede. 
Deve essere invece accuratamente rivista la disciplina ipotizzata in materia di rito abbreviato condizionato.
Non è condivisibile poi l’approccio della Commissione alle ipotesi di riforma della disciplina delle impugnazioni. In particolare, la previsione di un sistema casistico per l’appello, destinato a ridurne il significato e la portata quale diritto dell’imputato ad una nuova decisione nel merito sui fatti oggetto di condanna intervenuta all’esito del precedente grado di giudizio e l’ulteriore passo previsto sulla strada del progressivo riconoscimento della Corte di cassazione quale giudice del precedente. 
L’Unione quanto prima approfondirà la analisi della complessa Relazione ministeriale e formulerà le proposte di ulteriori, indispensabili interventi affinché la riforma possa incidere davvero sui tempi morti del processo e, al contempo, rafforzare garanzie e diritti delle persone sottoposte all’accertamento penale.
Roma, 25 maggio 2021         
La Giunta