07/03/2021
Ci risiamo: il mostro in prima pagina!

L'Osservatorio sull'informazione giudiziaria interviene su un recente caso di esecuzione-spettacolo di misure cautelari.

Non è la prima volta che l’esecuzione di misure coercitive fa spettacolo e purtroppo non sarà l’ultima.
È girato per il web un “corto” del Resto Del Carlino che documenta ogni fase dell’esecuzione dell’ordine di custodia cautelare nei confronti dei due indiziati autori dell’omicidio della povera Ilenia Fabbri, meglio noto alle cronache come l’omicidio di Faenza.
Questa volta le telecamere sono addirittura entrate nelle abitazioni degli indagati, riprendendo tutte le fasi in cui costoro venivano privati della loro libertà, mentre indossavano le manette, in attesa di ogni giudizio, attraverso una profanazione non certamente mitigata dall’oscurazione postuma del loro viso.
Il fatto su cui si indaga è atroce, il contorno è drammatico e il tutto fa senz’altro “notizia”, ma il diritto di cronaca non può spingersi fino alla divulgazione al pubblico delle immagini integrali dell’arresto dei due indagati, coperti per altro dal presidio della presunzione di innocenza.
Eppure la legge vieta la pubblicazione dell’immagine di una persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova con le manette ai polsi ovvero soggetta ad altro mezzo di coercizione fisica, salvo che la persona vi consenta e punisce chiunque contravvenga a tale divieto con sanzioni di carattere penale e disciplinare.
Salve le sanzioni previste dalla legge penale, la violazione del divieto di pubblicazione previsto dagli artt. 114 e 329 comma 3 lettera b) costituisce infatti illecito disciplinare a carico di esercenti una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato e di ogni violazione del divieto di pubblicazione commessa dalle persone indicate nel comma 1 il pubblico ministero informa l’organo titolare del potere disciplinare.
Tutelare con maggior cura possibile la dignità delle persone sottoposte ad indagini, o comunque coinvolte in un procedimento penale, è dunque un preciso dovere dello Stato, tanto più qualora la persona versi in condizioni di particolare vulnerabilità; eppure questo principio, sancito dalle direttive europee, oltre che dalla legge italiana, viene continuamente vituperato.
Non fosse altro perché potrebbe essere innocente, con conseguente rischio di errore giudiziario, nell’ambito di un sistema giudiziario, il nostro, che dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione nei registri conservati presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze) al 31 dicembre 2019, ha registrato ben 28.702 casi, ovverosia, in media, 1025 innocenti in custodia cautelare ogni anno. 
Molte di queste persone sono state sbattute sulle prime pagine dei giornali e la loro immagine è stata distrutta, eppure, ad oggi, non risultano segnalazioni degli Uffici di Procura e tantomeno iniziative disciplinari a fronte della non infrequente pubblicazione di foto e riprese di arrestati in manette, magari con l’ipocrita accorgimento delle manette “pixelate” e dunque, paradossalmente, ancor più sottolineate. 
Sarebbe ora, una volta per tutte, che la “legalità”, quel valore di cui troppo spesso i politici e certa magistratura si riempiono la bocca, fosse tutelata a partire da coloro che alla sua tutela sono espressamente preposti.
Oggi, il mondo della giustizia, attraverso la sempre più pervasiva diffusione di trasmissioni e talk show in cui  ci si arroga il diritto di svolgere indagini e di trovare “super testimoni”, vive un momento drammatico e distonico rispetto ai principi costituzionali che proprio la Giustizia pretende; ma se è vero che la cronaca è un diritto, non lo sono né lo possono diventare la curiosità o la sete di vendetta.
Gli strumenti per contenere queste distorsioni sono sempre stati in un cassetto che purtroppo nessuno vuole aprire. Sarà impegno dei penalisti italiani ricercare quella chiave a tutela delle garanzie costituzionali che si è scelto di difendere.

Roma, 7 marzo 2021

L'Osservatorio sull'informazione giudiziaria

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