07/10/2020
Riforma del processo: l'audizione in Commissione Giustizia

L’Unione delle Camere Penali Italiane audita in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati sul DDL di riforma del processo penale: no alle ulteriori contrazioni delle garanzie difensive, no alla violazione delle regole del contraddittorio, no alla riduzione a simulacro delle impugnazioni; sì al rilancio dei riti speciali, sì al rafforzamento delle garanzie difensive per la realizzazione dei principi del giusto processo. Appello ai parlamentari giuristi.

La nota all'esito dell'audizione. Il video dell'audizione qui dal minuto 54:30. In allegato anche il documento inviato alla Commissione.

Il disegno di legge governativo interviene random sulle fasi del processo, senza realmente incidere sulla certezza dei tempi delle indagini, ma prevedendo ulteriori erosioni delle garanzie difensive al dibattimento. Basti segnalare l’estensione dei meccanismi di recupero delle prove dichiarative nel caso di mutamento di un componente del collegio giudicante; in buona sostanza non sarebbe più possibile la rinnovazione della testimonianza davanti al Giudice della decisione e le ragioni che la rendevano assolutamente necessaria potranno essere rappresentate solo con l’atto di appello.

Si interviene prevedendo una responsabilità disciplinare nel caso di multiple violazioni dei tempi delle indagini ma non viene stabilita alcuna sanzione processuale per garantirne il rispetto ed anzi è demandato all’Autorità Giudiziaria il potere di individuazione dei criteri di selezione dei procedimenti a trattazione prioritaria. E’ evidente che questa è responsabilità di politica criminale che non può che appartenere al Potere Legislativo.

Lo schema di disegno di legge prevede poi una rivisitazione della disciplina della prescrizione, ferma restando la sua sostanziale abolizione dopo la sentenza di primo grado, nonostante vi fosse stato l’impegno delle forze politiche chiamate a comporre la nuova maggioranza dopo la crisi di governo del 2019 ad una radicale revisione. Si prevedono semplicemente improbabili responsabilità disciplinari, che non hanno ovviamente alcun ruolo di garanzia rispetto ai diritti dei soggetti coinvolti nel processo penale.

Inaccettabili sono gli interventi sul sistema delle impugnazioni che, nella loro previsione, aboliscono la collegialità per una grande parte dei processi in grado di appello, limitando la portata cognitiva del giudizio e addirittura prevedendo una sorta di ruolo – stralcio presso le Corti di appello.

Il progetto di legge ha sostanzialmente aggirato le proposte unitarie di Avvocatura e Magistratura per il rilancio dei riti speciali e per un serio progetto di depenalizzazione presentate al tavolo di consultazione voluto dal Governo. Se da un lato aumenta il limite edittale per poter accedere al cd. patteggiamento, dall’altro si rimpolpa l’elenco delle ostatività e la disciplina del giudizio abbreviato continua ad impedire alla difesa l’individuazione di prove necessarie per la decisione.

UCPI in sede di audizione ha rivolto un appello in particolare ai componenti giuristi della Commissione Giustizia affinché, al di là dello schieramento politico di appartenenza, non consentano ulteriori menomazioni del sistema accusatorio, come quelle previste dal disegno di legge di riforma, mettendo a disposizione le tante proposte maturate in sede di consultazione per l’obiettivo della realizzazione della ragionevole durata del processo.

Roma, 7 ottobre 2020