05/10/2020
ECBA scrive alle istituzioni dell'UE e del CoE su iniziativa dell'UCPI perche' prendano posizione in difesa di Nasrin Sotoudeh

L’European Criminal Bar Association, su iniziativa di UCPI, grazie alla sinergia fra i suoi Osservatori Avvocati Minacciati ed Europa, ha inviato ai Presidenti del Parlamento Europeo, del Consiglio Europeo, della Commissione Europea e della Commissione LIBE del Parlamento Europeo, nonché alla Segretaria Generale del Consiglio d’Europa ed alla Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa una richiesta urgente di intervento in favore della nostra Collega iraniana Nasrin Sotoudeh.

Di seguito si riporta la traduzione in italiano della lettera inviata da ECBA:

“Gentilissimi,

l’European Criminal Bar Association, su iniziativa dell’Unione delle Camere Penali Italiane, si rivolge a Voi per chiedere un intervento concreto ed urgente in merito alla vicenda dell’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata nel suo Paese a 38 anni di carcere e 148 frustate, per reati quali "collusione contro la sicurezza nazionale", "propaganda contro lo Stato", "istigazione alla corruzione e alla prostituzione" ed "essere apparsa in pubblico senza hijab".

La realtà è che Nasrin è impegnata a difendere i diritti umani, specialmente dei più deboli: impegno anche insignito a livello internazionale con prestigiosi riconoscimenti quali il Premio Sakharov del Parlamento Europeo nel 2012 ed il Premio Internazionale dei Diritti Umani “Ludovic Trarieux” nel 2018.

Ricordiamo che l’avvocato riveste un ruolo fondamentale di sentinella e promotore dei diritti e la sua funzione deve essere tutelata, non certo ostacolata:

“In una società fondata sul rispetto della giustizia, l’avvocato svolge un ruolo di primo piano. (…) L’avvocato deve garantire il rispetto dello Stato di Diritto e gli interessi di coloro di cui difende i diritti e le libertà. (…) Il rispetto della funzione professionale dell’avvocato è una condizione essenziale dello Stato di diritto e di una società democratica.” (Codice Deontologico degli Avvocati Europei del CCBE, articolo 1.1)

E ancora, “Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati a) siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza; b) possano viaggiare e consultare liberamente i propri clienti, sia in patria che all'estero; e c) non siano fatti oggetto, né siano minacciati, di essere sottoposti a procedimento oppure a sanzioni economiche o altro per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi e principi professionali riconosciuti e con la loro deontologia” (Principi Fondamentali relativi al Ruolo dell’Avvocato delle Nazioni Unite, principio 16).

Nasrin non solo si trova a scontare una pena crudele e senza fondamento; la sua salute, sia fisica che psicofisica, sta rapidamente deteriorando. In un contesto di emergenza sanitaria data dal Covid-19, Nasrin si è fatta portavoce di tutti i prigionieri politici chiedendone la liberazione ed ha iniziato uno sciopero della fame.

Come ha riferito il marito, Reza Khandan, attraverso i social media, Nasrin non è stata risparmiata nemmeno in ospedale, dove le è stato riservato un trattamento disumano: nessun contatto con i familiari, insulti e spintoni, sovvertimento dei protocolli ospedalieri sotto la minaccia continua delle forze di sicurezza nazionali. Abbiamo appreso che Nasrin ha da poco lasciato l’ospedale ed è stata riportata, in condizioni di salute estreme, in prigione.

La reazione immediata delle Autorità per farla tornare sui suoi passi è stata quella di arrestare la figlia Mehraveh e trattenerla per una giornata intera prima di rilasciarla su cauzione per un presunto alterco con le guardie carcerarie che volevano imporle l’uso dell’hijab.

Per questi motivi - come lei stessa ha dichiarato in una lettera – venerdì 25 settembre si è determinata ad interrompere lo sciopero della fame durato 46 giorni.

E’ ancora troppo vivido nelle nostre menti il ricordo della collega turca Ebru Timtik, ingiustamente perseguitata e morta dopo 238 giorni di sciopero della fame. Dobbiamo impedire che eventi del genere accadano di nuovo, non vogliamo piangere una nuova vittima bensì celebrare una ritrovata compagna di battaglie per i diritti e le libertà di tutti.

Noi colleghi, le ONG, la società civile, siamo uniti e compatti nella denuncia di tali crimini e nel supporto ai difensori dei diritti umani; tuttavia siamo qui a chiedere, da parte Vostra, una presa di posizione concreta, un impegno incisivo che possa porre fine alla tragica situazione in cui versa Nasrin.

Se non difendiamo i difensori dei diritti umani, chi difenderà i diritti umani?

Ringraziando dell’attenzione, auspichiamo un Vostro pronto e fattivo intervento”.

 

Nell’attesa di una presa di posizione da parte delle istituzioni europee interpellate per aumentare la pressione sulle autorità iraniane affinchè riconsiderino la politica di persecuzione in atto nei confronti di Nasrin Sotoudeh e degli altri difensori dei diritti umani - che, come lei, si trovano a scontare pene gravose e disumane - UCPI, insieme ad ECBA, continuerà a monitorare la situazione, invitando, al contempo, tutte le Camere Penali a tenere sempre viva l’attenzione dell’opinione pubblica sulle loro vicende.

Roma, 5 ottobre 2020

La Giunta

L’Osservatorio Avvocati Minacciati

L’Osservatorio Europa