26/03/2020
Patrocinio a spese dello Stato: l'Unione scrive al Ministro e al CNF

Pubblichiamo la lettera inviata al Ministro al Presidente del CNF sul patrocinio a spese dello Stato.

Ill. Signor Ministro della Giustizia

On.le Alfonso Bonafede

e p.c.   Gentile Presidente f.f. CNF

Avv.to Maria Masi

 

Signor Ministro,

nei giorni scorsi l’Unione delle Camere Penali Italiane ha assunto iniziative, in particolare invitando il Consiglio Nazionale Forense a farne oggetto – nel corso dell’interlocuzione politica con la struttura di governo – in ordine alla concreta liquidazione, da parte degli Uffici giudiziari, degli onorari dovuti per le difese con patrocinio a spese dello Stato.

L’Unione infatti, anche per il tramite dei dati raccolti dal suo Osservatorio sul Patrocinio a spese dello Stato e dalle singole Camere penali, ha avuto modo di rilevare come nella maggioranza delle sedi giudiziarie non si provveda alla concreta erogazione degli onorari già maturati dagli avvocati per le difese con patrocinio a spese dello Stato pur avendo gli Uffici già incamerato la disponibilità dei fondi dedicati.

Il tema è già stato posto alla Sua attenzione sia dal Consiglio Nazionale Forense sia dalle diverse associazioni dell’Avvocatura, chiedendo inoltre che si proceda immediatamente, con il finanziamento dei fondi residui, alle liquidazioni pregresse giacenti da anni.

Grazie alla interlocuzione da parte dell’Avvocatura penale, diversi capi dei singoli Uffici giudiziari hanno disposto per l’immediata liquidazione, dimostrando inoltre concrete vicinanza e solidarietà con provvedimenti che – in molti casi – hanno invitato, ove ciò non fosse già previsto nei protocolli locali per la gestione delle udienze penali e per il patrocinio a spese dello Stato, a far pervenire telematicamente formale rinuncia alla opposizione al decreto di pagamento, al fine di rendere irrevocabili i decreti di liquidazione, ed invitando i Giudici ad eliminare eventuali liquidazioni in arretrato. 

Abbiamo anche avuto modo di constatare come sia effettivamente possibile “distaccare” personale all'Ufficio spese di giustizia, per poter coadiuvare il personale addetto alla lavorazione dei mandati; per altro verso, la circolare del 19.03.2020 del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria ha chiarito (pag. 5) come «nello spirito delle misure di contenimento del contagio da il coronavirus, ha (...) messo a disposizione di tutti i propri dipendenti (...) applicativi, con tecnologia che consente di accedere, anche con i propri dispositivi, da remoto» e tra essi il SICOGE (Sistema per la gestione integrata della contabilità economica e finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze) ed il SIAMM (Sistema Informativo Amministrativo) – Spese di giustizia. 

Da ultimo abbiamo potuto rilevare come nelle more siano stati accreditati anche una parte dei fondi richiesti per pagare le fatture degli anni precedenti (c.d. fondi residui); per cui se in determinate zone d'Italia essi potrebbero essere sufficienti al pagamento di tutto l'arretrato, in altre essi sono assolutamente insufficienti. 

Constatiamo però, purtroppo, come molte, troppe altre Autorità giudiziarie che interessano decine di migliaia di cittadini siano ancora silenti sul punto.

Né può tacersi che il susseguirsi di provvedimenti emergenziali ed il conseguente procrastinarsi del periodo di fermo obbligatorio (abbiamo notizie di udienze di marzo scorso rinviate a luglio prossimo, ma anche di più o meno velati “inviti” di Capi degli Uffici a rinviare dopo il 31.12.2020) causerà un sensibile dilatarsi delle emissioni dei futuri decreti di liquidazione e quindi notevoli problemi economici all'Avvocatura impegnata nell'assistenza dei non abbienti e nelle difese d'ufficio. 

È pertanto necessario un impegno della politica perché i comportamenti virtuosi siano omogenei in tutto il territorio nazionale.

L’Unione delle Camere Penali Italiane invita Lei, signor Ministro, a voler adottare provvedimenti urgenti volti ad una più incisiva tutela della professione forense sotto il profilo della garanzia di pagamento delle spettanze ai difensori dei non abbienti e ai difensori d'ufficio, approntando strumenti dedicati, in particolare, a: 

1) impartire disposizioni ai Capi degli Uffici affinché invitino il personale amministrativo a provvedere al pagamento delle competenze professionali degli Avvocati - in via prioritaria e d'urgenza - all'uopo utilizzando le somme già stanziate per l'anno corrente 2020; 

2) provvedere ad accreditare - con urgenza - il saldo di quanto già richiesto dai singoli uffici a titolo di c.d. “fondi residui” perché si possa onorare il pagamento delle fatture giacenti e relative agli anni precedenti a quello in corso; 

3) far impiegare il personale giudiziario libero dalle udienze e dalle relative, successive incombenze nello smaltimento dell’arretrato nelle procedure di pagamento dei compensi dei difensori degli imputati ammessi al patrocinio a spese dello Stato e dei difensori d’ufficio; 

4) invitare i Capi degli Uffici affinché sollecitino i giudici a smaltire l'arretrato anche in ordine alle liquidazioni ancora pendenti e, al fine di accelerare il momento in cui il decreto di liquidazione diventa irrevocabile, prevedere un meccanismo di rinuncia a proporre l'opposizione ex art. 170 d.P.R. n. 115/02 da far pervenire a mezzo pec (con tempestivo recapito della stessa dall'Ufficio di Procura da parte dell'interessato o della cancelleria), prestando eventualmente acquiescenza ex art. 329 c.p.c. al provvedimento di liquidazione, potendo quindi esso essere dichiarato esecutivo in un termine più breve (per es. cinque giorni) di quello normalmente previsto per legge. 

Il Consiglio Nazionale Forense ha già indicato, nelle sedi istituzionali, le proposte dell’Avvocatura per affrontare la situazione di disagio anche economico dell’intera categoria, dovuta alla situazione di emergenza sanitaria.

È intendimento dell’Unione, con questa iniziativa specifica, affiancare la rappresentanza istituzionale nel segnalare e richiedere un intervento diretto che riguarda diritti già maturati da parte degli avvocati penalisti, per i quali inadempimenti o ritardi non sono più accettabili, pena l’umiliazione del concreto divenire del diritto di difesa, garantito per le fasce più deboli dei cittadini proprio dal ricorso al patrocinio a spese dello Stato.

Siamo certi del Suo impegno e del Suo sollecito riscontro.

Roma, 26 marzo 2020

Il Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane

Avv. Gian Domenico Caiazza

Il Segretario dell'Unione delle Camere Penali Italiane

Avv. Eriberto Rosso