23/03/2020
Emergenza carceri: quarto giorno di silenzio di Conte e Bonafede.

Ancora nessuna risposta dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Giustizia alle domande poste dall’Unione.

Per il quarto giorno consecutivo il Governo tace sul carcere.

Oggi invece hanno fatto sentire la propria voce altre istituzioni, prima tra tutte il Presidente della Repubblica, che ha ricordato ai governanti la necessità del massimo impegno per alleviare la condizione dei detenuti e degli operatori.

I Presidenti dei Tribunali di sorveglianza di Milano e Brescia ricordano al Ministro della giustizia di avere per tempo informato il dicastero della drammatica situazione per il concreto rischio di contagio e della necessità di adottare immediati provvedimenti che consentano un ampio ricorso alla detenzione domiciliare, alle forme alternative di espiazione e al differimento dell’esecuzione della pena.

Esponenti di Italia Viva e del Partito Democratico hanno detto dell’insufficienza di quanto sinora previsto e della necessità che la stessa legislazione di urgenza si faccia carico di nuove misure per alleggerire il sovraffollamento.

I Garanti dei detenuti, le associazioni di volontariato, le autorità religiose hanno lanciato l’allarme dai loro diversi osservatori per la situazione carceraria orma i divenuta insostenibile.

Negli Stati Uniti e in Iran si annunciano provvedimenti clemenziali per le pene brevi, alle quali nel nostro Paese fanno da controcanto le livorose dichiarazioni di alcuni esponenti politici che si oppongono in prevenzione a qualsiasi concreta misura destinata a ridurre il numero delle persone detenute in carcere, in nome di propositi di vendetta sociale e arrogandosi la rappresentanza delle vittime dei reati.

Con chi intende stare il Governo del nostro Paese? Perché il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia non rispondono alle semplici domande poste dall’Unione delle Camere Penali Italiane, che anzi ora aumentano:

 

1. quale numero di detenuti avete preventivato possa beneficiare, nei prossimi giorni, di una detenzione domiciliare con braccialetto elettronico?

2. Quanti dispositivi vi risultano disponibili effettivamente, cioè al netto delle misure cautelari domiciliari con braccialetto attualmente in atto? 

3. Quanti sono i casi di coronavirus accertati nelle carceri, ed in quali?

4. Qual è il piano sanitario della Amministrazione penitenziaria in caso di aumento della diffusione della epidemia nelle carceri, con particolare riguardo alle misure di distanziamento e di isolamento?

Le risposte si impongono ora, è finito anche il tempo delle polemiche, urgono decisioni.

Roma, 23 marzo 2020

La Giunta