22/03/2020
Emergenza carceri: terzo giorno di silenzio di Conte e Bonafede.
Ancora nessuna risposta dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Giustizia alle domande poste dall’Unione.
Anche oggi dal Governo silenzio sul carcere. 
 
L’esecutivo, nelle estenuanti ore che stanno precedendo la formale adozione delle nuove misure per l’emergenza da coronavirus, si è occupato di tutti, dagli idraulici ai servizi veterinari per giustamente preservare la popolazione, ma nessuna nuova previsione è annunciata sui penitenziari né in favore delle persone ristrette né di coloro che nel carcere lavorano. 
 
La drammatica condizione del sovraffollamento nella quale si innesta il concreto pericolo del contagio, impone l’adozione di misure immediate, già individuate dalle istituzioni europee ed indicate nei tanti appelli di tutti gli operatori.
 
Le semplici domande dell’Unione delle Camere Penali Italiane attendono risposta e noi le ripetiamo e le ripeteremo tutti i giorni fino a quando non avremo indicazioni precise:
 
1. Quale numero di detenuti avete preventivato possa beneficiare, nei prossimi giorni, di una detenzione domiciliare con braccialetto elettronico? 
 
2. Quanti dispositivi vi risultano disponibili effettivamente, cioè al netto delle misure cautelari domiciliari con braccialetto attualmente in atto?
 
Anche in queste ore noi Avvocati penalisti stiamo ricevendo drammatiche segnalazioni dall’interno del carcere e da familiari di persone detenute, che dicono di gravissimi casi che si sarebbero sviluppati in alcuni istituti di pena.
 
Anche su questo chiediamo al governo un’informazione precisa e di conoscere quali misure siano state adottate in quelle specifiche situazioni.
A domani.
 
La Giunta
 
Roma, 22 marzo 2020