20/03/2020
Anche il Consiglio d'Europa lancia un monito all'Italia sull'emergenza carceri, mentre continua il silenzio di Conte e Bonafede.

La nota della Giunta dopo le raccomandazioni del Consiglio d'Europa per evitare la pandemia nelle carceri.

Ora all’Unione, e alle tante voci che stanno denunciando la drammatica condizione delle carceri e il rischio di contagio, chiedendo provvedimenti concreti immediati, si unisce il Consiglio d’Europa.

Il Consiglio, attraverso il proprio Comitato anti tortura, ha richiamato una serie di principi a cui tutti gli Stati membri si devono attenere per scongiurare il rischio pandemia nelle carceri. 

Il Consiglio d’Europa, infatti, "visto che i contatti personali facilitano il contagio", domanda agli Stati "di fare tutti gli sforzi necessari per ricorrere a misure alternative alla privazione della libertà'".

Mentre dunque l’Europa raccomanda di ricorrere a misure non restrittive, il Governo italiano non vuole di fatto nemmeno consentire ai detenuti con residui pena di 18 mesi, per i reati di minore allarme sociale, di essere eseguire la pena residua ai domiciliari.

Nel frattempo prosegue il silenzio assordante sulle due domande poste dall’Unione al Governo:

1. Quale numero di detenuti avete preventivato possa beneficiare, nei prossimi giorni, di una detenzione domiciliare con braccialetto elettronico?

2. Quanti dispositivi vi risultano disponibili effettivamente, cioè al netto delle misure cautelari domiciliari con braccialetto attualmente in atto?

Il Governo italiano, dopo non avere rispettato i moniti e le condanne comminate dall’Europa per il sovraffollamento, non rispetta le raccomandazioni del Consiglio d’Europa per evitare il diffondersi dei coronavirus nelle carceri e non risponde a due semplici domande.

Evidentemente la risposta alle due domande rischia di fare emergere la verità: i braccialetti non sono sufficienti nemmeno per i pochi detenuti che ne potrebbero beneficiare.

L’Unione continuerà a porle pubblicamente ogni giorno, ricordando anche le raccomandazioni del Consiglio d’Europa.

Roma, 20 marzo 2020

La Giunta

 

Agenzie di stampa

*Coronavirus: Consiglio d'Europa, rispettare diritti detenuti*  ZCZC0077/SXA OBX52779_SXA_QBXB R EST S0A QBXB Coronavirus: Consiglio d'Europa, rispettare diritti detenuti Cpt, Stati ricorrano a misure alternative a privazione liberta'     (ANSA) - STRASBURGO, 20 MAR - "Qualsiasi misura restrittiva presa nei confronti dei detenuti per prevenire il diffondersi del coronavirus deve essere basata sulla legge, essere necessaria, proporzionata, limitata nel tempo, e deve rispettare la dignita' umana". Lo afferma il Cpt, comitato anti-tortura del Consiglio d'Europa, nell'elencare i principi che gli Stati devono seguire durante la pandemia nelle CARCERI, ma anche nelle stazioni di polizia, nei centri di detenzione per migranti, ospedali psichiatrici, case di cura e nelle zone create per isolare chi e' in quarantena.     "Visto che i contatti personali facilitano il contagio", il Cpt domanda agli Stati "di fare tutti gli sforzi necessari per ricorrere a misure alternative alla privazione della liberta'". Per quanto riguarda in particolare le CARCERI, il Cpt afferma che, "mentre e' legittimo e ragionevole sospendere le attivita' non essenziali, ai detenuti deve essere garantito di poter mantenere un adeguato livello di igiene personale, e il diritto ad accedere quotidianamente agli spazi esterni". Inoltre "qualsiasi restrizione dei contatti col mondo esterno, incluse le visite, deve essere compensata con un maggiore accesso a telefonate e comunicazioni via internet". Infine il Cpt chiede alle autorita' penitenziarie di prestare particolare attenzione "ai bisogni dei detenuti piu' vulnerabili - anziani e persone con problemi di salute - e di fornire a tutti in questo periodo maggiore sostegno psicologico". (ANSA) Y5Y-ZMM 20-MAR-20 18:27 NNNN