09/09/2019
Abolizione della prescrizione: la lettera del Presidente Caiazza a tutti i parlamentari

Nella dichiarazione programmatica del nuovo Governo sono stati esposti, seppure in modo estremamente generico, propositi riformatori per la maggiore efficacia del processo penale.  I penalisti italiani, accogliendo l’invito ad agire sui tempi del processo, si sono fatti portatori, unitamente alla associazione dei Magistrati, di proposte di riforma destinate ad incidere sulla durata delle indagini e del giudizio. Vi è però una sorta di precondizione culturale prima ancora che politica. La sostanziale abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio è un vulnus profondo ai principi costituzionali del giusto processo: la prescrizione è istituto di garanzia, necessario anche per determinare la ragionevole durata del processo, a tutela non solo dell’imputato ma anche della persona offesa. Oltre 150 Accademici di tutte le Università italiane – docenti di diritto costituzionale, di diritto penale sostanziale e processuale, Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale – hanno sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica in occasione della promulgazione della legge segnalandone i gravi profili di incostituzionalità. In allegato la lettera del Presidente Caiazza con il testo di quell’appello e l’elenco degli autorevolissimi firmatari.

Illustre Senatore, Illustre Senatrice, Illustre Onorevole,

è imminente l’inizio del dibattito parlamentare per la fiducia al nuovo esecutivo. Nella dichiarazione programmatica del nuovo Governo sono stati esposti, seppure in modo estremamente generico, propositi riformatori per la maggiore efficacia del processo penale.

L’Unione delle Camere Penali Italiane, che pure ben poco ha condiviso delle riforme in materia sostanziale penale e processuale promosse nella presente legislatura, si è sempre impegnata nella interlocuzione parlamentare – per il tramite delle audizioni nelle relative Commissioni e nel confronto diretto con i gruppi parlamentari ed i singoli deputati – rappresentando le ragioni delle proprie posizioni critiche e formulando autonome proposte di riforma. Significativo è stato l’impegno al tavolo ministeriale per la discussione sulle ipotesi di intervento nel processo ove i penalisti italiani, accogliendo l’invito ad agire sui tempi del processo, si sono fatti portatori, unitamente alla associazione dei Magistrati, di proposte di riforma destinate ad incidere sulla durata delle indagini e del giudizio: nuovo impulso ai riti speciali, polmone necessario per rendere gestibile un numero più ristretto di dibattimenti penali, nuova definizione della regola di giudizio per l’archiviazione e per la funzione di filtro dell’udienza preliminare, interventi di depenalizzazione in materia di contravvenzioni. Proposte di riforma hanno poi avanzato i penalisti a presidio dell’effettiva durata delle indagini preliminari e per la certezza dei tempi riservati all’esercizio dell’azione penale oltre che la previsione del controllo di giurisdizione sul momento della iscrizione nel registro delle persone indagate. Della sintesi di tali contributi vi è importante traccia nel disegno di legge delega già predisposto dal Guardasigilli e di cui avrà modo di occuparsi il Parlamento. L’Unione delle Camere Penali è a disposizione per rappresentare il punto di vista degli Avvocati, dare conto delle ragioni delle individuate criticità e spiegare le proprie proposte.

Vi è però una sorta di precondizione culturale prima ancora che politica che è nostro intendimento rappresentare affinché sia parte rilevante nello sviluppo della discussione delle riforme penali. Si tratta della questione della prescrizione. La maggioranza parlamentare, protagonista della precedente esperienza di Governo, cedendo a vocazioni giustizialiste ha proceduto alla sostanziale abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Si è trattato di un vulnus profondo ai principi costituzionali del giusto processo: la prescrizione è istituto di garanzia, necessario anche per determinare la ragionevole durata del processo, a tutela non solo dell’imputato ma anche della persona offesa.

Oltre 150 Accademici di tutte le Università italiane – docenti di diritto costituzionale, di diritto penale sostanziale e processuale, Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale – hanno sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica in occasione della promulgazione della legge segnalandone i gravi profili di incostituzionalità.

Siano certi di fare cosa utile facendoLe pervenire, in allegato alla presente, il testo di quell’appello e l’elenco degli autorevolissimi firmatari, come da link riportati in calce, affinchè quelle ragioni e quegli argomenti possano arricchire ed orientare il dibattito parlamentare su questa decisiva quanto imminente questione che il nuovo Governo sarà chiamato da subito ad affrontare.

Grato per l’attenzione, Le rivolgo i più sinceri auguri di buon lavoro, con la più viva cordialità.

Roma, 9 settembre 2019

Gian Domenico Caiazza