29/07/2019
L'avvocato č tale anche al di fuori dell'attivitā professionale

“L’avvocato, anche al di fuori dell’attività professionale, DEVE osservare i doveri di probità, dignità e decoro, nella salvaguardia della propria reputazione e della immagine della professione forense”. L’Osservatorio Deontologia e la Giunta sulle recenti prese di posizione di alcuni avvocati.

Con riferimento ai recenti e tragici fatti dell’omicidio del vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, abbiamo assistito con imbarazzo e profonda amarezza a diverse prese di posizione sui social di alcuni “avvocati” i quali si sono spinti ad invocare soluzioni giudiziarie contrarie ai più elementari principi che regolano la nostra professione e il nostro giuramento.
Leggere affermazioni di totale disprezzo per le garanzie processuali e inneggianti a processi sommari, all’introduzione nel nostro ordinamento della pena di morte, e altresì svilenti della gravità della pubblicazione della fotografia del fermato, ammanettato e bendato, nella caserma dei Carabinieri in attesa dell’interrogatorio, ci lascia sgomenti.  
Come possono alcuni avvocati spingersi a simili pubbliche esternazioni? 
Ebbene ci sentiamo costretti, anche moralmente, ad affermare con determinazione che tali esternazioni pubbliche contrastano palesemente non solo con il Giuramento di ogni Avvocato - Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini di giustizia e tutela dell'assistito, nelle forme e secondo i principi del nostro ordinamento - ma altresì e ancora di più, con alcuni fondamentali principi deontologici. 
L’articolo 9 del nostro Codice Deontologico stabilisce infatti che “L’avvocato, anche al di fuori dell’attività professionale, DEVE osservare i doveri di probità, dignità e decoro, nella salvaguardia della propria reputazione e della immagine della professione forense”. 
Che avvocati, pubblicamente e al di fuori dell’attività professionale, auspichino processi sommari, magari senza avvocato, e “pene senza fine” rappresenta un inquietante pericolo di decadimento morale della figura dell’Avvocato. Pericolo nei confronti del quale abbiamo sentito il bisogno di intervenire non certo per ricordare concetti e principi che dovrebbero essere ovvi per colui che esercita la nostra professione, ma per esortare a un rigoroso rispetto delle norme deontologiche e a un rigoroso esercizio del potere disciplinare da parte dei Consigli territoriali affinché il populismo giudiziario non travolga anche l’avvocatura e, con essa, il complesso di garanzie al cui rispetto è deputata. 
Roma, 29 luglio 2019
La Giunta
L’Osservatorio Deontologia 

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