15/07/2019
Il dovere di difendere, ricordato anche ad alcuni avvocati.

La tragedia dei due ragazzini uccisi a Vittoria, ripropone il tema del diritto e del dovere di difesa, da ricordare incredibilmente anche ad alcuni avvocati.
Il documento della Giunta e dell’Osservatorio difesa d’ufficio 'Paola Rebecchi'.

IL DOVERE DI DIFENDERE

La tragedia di Vittoria – con la morte di due ragazzini travolti da un’autovettura il cui conducente sarebbe risultato anche positivo ai test sull’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti – sta riproponendo, con forza, il tema del diritto (e del dovere) di difesa.

In questi giorni, purtroppo, anche alcuni avvocati – forse nel malcelato tentativo di acquisire consenso tra la pubblica opinione, particolarmente scossa in situazioni come questa – hanno deciso di cavalcare l’ondata emotiva che la notizia ha inevitabilmente determinato, affermando pubblicamente che certe persone neppure meriterebbero di essere difese, con ciò esprimendo (inaccettabili) accostamenti e sovrapposizioni tra il difensore, l’imputato e i fatti di cui quest’ultimo è chiamato a rispondere.

Riteniamo doveroso intervenire, atteso che alcune prese di posizione hanno chiamato in causa anche la difesa d’ufficio e una – prospettata – “obiezione di coscienza” da parte dei difensori d’ufficio chiamati ad assistere persone accusate dei crimini più odiosi.

Sono affermazioni errate e pericolose.

Errate, perché contrastano con il dettato della legge professionale – che sancisce espressamente un dovere di difesa per il difensore d’ufficio – e di alcune norme deontologiche, che impongono all’avvocato, iscritto nell’elenco dei difensori d’ufficio e nominato, di prestare il proprio patrocinio.

Pericolose, perché in un ordinamento democratico e liberale non vi è spazio per decisioni sulla libertà personale prese al di fuori del processo e senza la presenza – indefettibile – del difensore.

L’Avvocato non difende le azioni dell’accusato, ma il suo – irrinunciabile – diritto ad un processo giusto, celebrato nel pieno rispetto delle regole.

Di questa fondamentale garanzia, molto spesso, l’Avvocato d’ufficio è il solo ed ultimo custode.

Nel difendere il diritto ad un processo giusto anche per l’ultimo degli imputati del più grave ed odioso crimine, l’Avvocato d’ufficio è posto a tutela di diritti fondamentali che appartengono a tutti, perché non ammettono deroghe ed eccezioni.

Fuori dal processo, celebrato nel rispetto delle forme e con la presenza del difensore, non c’è spazio per la giustizia in uno Stato democratico e liberale.

Non possiamo accettare che siano (addirittura!) degli avvocati a mettere in discussione queste conquiste di civiltà.

La Giunta

L’Osservatorio difesa d’ufficio UCPI

 

Roma, 15 luglio 2019