10/07/2019
La posizione dell'Unione sulla proposta di legge-delega presentata dal Ministro Bonafede

La rinuncia a qualsiasi ipotesi di allargamento del cd patteggiamento, la genericità dei punti di delega caratterizzano una proposta destinata a non incidere concretamente sulla durata dei tempi del processo. La sostanziale abrogazione della prescrizione è norma incostituzionale che deve essere definitivamente superata. La posizione dell’Unione

L’ipotesi di legge-delega che il Ministro Bonafede ha finalmente presentato al tavolo di consultazione ha il merito di non avventurarsi su strade impervie di rivisitazione di istituti di garanzia o di acquisizione della prova al dibattimento, come qualcuno aveva proposto.
Il rischio era anche quello di una sostanziale individuazione del rito immediato come giudizio ordinario al fine di superare la garanzia dell’avviso di conclusione delle indagini ed ancora, una significativa limitazione dello strumento dell’appello.
Certo, i punti di delega sono assai deboli ed in alcuni passaggi fortemente rinunciatari rispetto alle indicazioni che unitariamente erano pervenute dall’avvocatura penale e dalla magistratura associata per razionalizzare la regola di giudizio dell’udienza preliminare e la sua struttura, l’estensione dei riti alternativi e le linee guida per un intervento di depenalizzazione.
Se da un lato infatti si accolgono le indicazioni per potenziare il ricorso al giudizio abbreviato condizionato positivamente modificando i parametri per l’ammissione delle prove necessarie alla decisione, dall’altro inspiegabilmente è rinunciato qualsiasi intervento di estensione degli istituti per l’applicazione della pena concordata e delle conseguenze di premialità.
L’omissione di questa indicazione nella legge-delega toglie qualità all’intervento. Si è evidentemente trattato di un compromesso vista la avversione di una componente della maggioranza governativa alle riduzioni premiali di pena.
Si interviene sul tempo delle indagini, ma non accogliendo l’indicazione della Unione delle Camere Penali per una reale discovery nel caso di richiesta di proroga, bensì individuando un meccanismo assai farraginoso che comunque non consegna alcuna certezza sul tempo della investigazione. 
Per i penalisti italiani è del tutto inaccettabile voler rimettere al Consiglio Superiore della Magistratura in via originaria la individuazione dei criteri per la selezione delle notizie di reato. Si tratta, all’evidenza, di un intervento non compatibile con la attuale disciplina contenuta nelle norme di attuazione del Codice di Procedura e comunque di segno opposto a quanto previsto nella proposta di legge popolare in discussione al Parlamento che vuole riservata alla legge ordinaria la fissazione dei criteri per la effettiva articolazione del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. 
I punti di delega per le notificazioni non risolvono il tema dell’effettivo accertamento di conoscenza da parte della persona sottoposta a indagini della definitiva imputazione mossa.
Insomma, rinuncia all’allargamento dei casi di patteggiamento, intervento più significativo ai fini deflattivi, e genericità di gran parte delle indicazioni definiscono un disegno di legge-delega destinato a poco incidere sulla durata dei processi.
L’Unione ribadisce le proposte già avanzate, e in tal senso svilupperà la propria iniziativa politica e di confronto, per interventi che effettivamente realizzino la ragionevole durata del processo segnalando che comunque non vi può essere alcuna correlazione tra la proposta di norme destinate alla realizzazione di un principio costituzionale e giustificazioni efficientiste a sostegno della sostanziale abrogazione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, anche di assoluzione, che è norma incostituzionale contro la quale deve continuare la battaglia per il suo definitivo superamento.
 
Roma, 10 luglio 2019
 
La Giunta