15/02/2018
La riforma dell'ordinamento penitenziario: la delibera della Giunta

La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane delibera di organizzare una manifestazione pubblica con la quale richiedere al governo la sollecita approvazione definitiva della riforma nel suo testo già posto al vaglio del Consiglio dei ministri, attivando altresì ogni strumento comunicativo volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche dell’esecuzione penale ed alla diffusione dei dati relativi alla riduzione statistica della recidiva laddove i condannati abbiano fruito di misure alternative.

GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE

Delibera del 15 febbraio 2018

La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane

rilevato

che la riforma dell’ordinamento penitenziario voluta dal Ministro Orlando è stata salutata come una grande riforma organica dell’esecuzione penale con la quale, dopo oltre quaranta anni, si è tornati a porre la finalità rieducativa ed il reinserimento sociale del condannato al centro della legislazione penale nella luce dei principi affermati dall’art. 27 c. 3 della Costituzione; 

che gli stati generali dell’esecuzione penale voluti dal Ministro al fine di riunire l’accademia, l’avvocatura e la magistratura, attorno alla attuazione della delega, hanno prodotto una riforma con la quale, almeno in parte, si ricuce lo strappo della legislazione del doppio binario emergenziale e si aboliscono le ostatività e gli automatismi introdotti con l’art. 4 bis e con le ulteriori norme di rigore; 

che nel corso della lunga e travagliata vicenda della approvazione delle riforma Orlando l’UCPI ha più volte richiesto al Governo lo stralcio della riforma penitenziaria, sulla quale convergere i consensi della maggioranza, al fine di accelerarne l’approvazione, in considerazione delle condizioni delle carceri italiane e della necessità di assicurare  a questo fondamentale settore della giustizia penale un nuovo, più moderno ed efficace assetto normativo;  

che, tuttavia, tale richiesta è stata sempre respinta ed all’indomani dell’approvazione della legge di riforma del codice penale e di procedura penale, contenente istituti gravemente distonici rispetto ai principi costituzionali ed al modello accusatorio del giusto ed equo processo, quali il prolungamento dei termini della prescrizione ed il processo a distanza, ed anche  del DDL 2134 di modifica del codice antimafia e delle norme sulla “confisca allargata” ed, infine, della stessa discussa riforma delle intercettazioni telefoniche, il Governo ha posto in coda allo scadere del proprio mandato e della relativa delega l’approvazione della riforma penitenziaria;

che i pareri non vincolanti espressi dalle Commissioni giustizia del Parlamento – con i quali si sono espresse riserve circa la esclusione di alcuni automatismi e di alcune preclusioni - non possono costituire un ostacolo all’iter di approvazione definitiva della legge, dovendo il Governo restare fedele allo spirito della riforma ed alla lettera della delega, e non disperdere inutilmente le preziose risorse scientifiche e culturali e le aspettative politiche che sono state investite nei lavori dei tavoli tematici della commissione ministeriale coordinata dal prof. Glauco Giostra;

che tale investimento deve essere ulteriormente messo a frutto attraverso la realizzazione degli ulteriori fondamentali punti  della riforma costituiti dal lavoro e dalla affettività in carcere;

che la riforma risponde alla esigenza di dare attuazione agli obblighi sovranazionali derivanti dalla sentenza della Corte EDU “Torreggiani” del 2013 con la quale l’Italia è stata condannata per violazione dell’art. 3 CEDU; 

delibera

di organizzare una manifestazione pubblica con la quale richiedere al governo la sollecita approvazione definitiva della riforma nel suo testo già posto al vaglio del Consiglio dei ministri, attivando altresì ogni strumento comunicativo volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche dell’esecuzione penale ed alla diffusione dei dati relativi alla riduzione statistica della recidiva laddove i condannati abbiano fruito di misure alternative.

Roma, 15 febbraio 2018

Il Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane

Avv. Beniamino Migliucci

Il Segretario dell'Unione delle Camere Penali Italiane

Avv. Francesco Petrelli