23/01/2018
Giustizia mediatica “gallurese”: il Tribunale di Tempio Pausania sotto attacco?

Un documento della Giunta e dell’Osservatorio Informazione giudiziaria UCPI.

Da diversi mesi l’informazione giudiziaria regionale sarda, con rilanci anche sulla stampa nazionale, è “scossa” da alcune inchieste giudiziarie che stanno coinvolgendo, tra gli altri, magistrati in servizio, all’epoca dei fatti contestati, presso il Tribunale di Tempio Pausania e avvocati del foro gallurese.

L’avvocatura penale da sempre – e dunque anche in questo caso – non entra nel merito delle vicende giudiziarie e del fondamento processuale delle inchieste della magistratura, ma vigila costantemente sul rispetto delle “regole del gioco”, con particolare riferimento alla presunzione di  innocenza, al diritto della difesa e a quello a un giusto processo, affinché l’incomprimibile diritto di libertà di stampa rispetti quantomeno i diritti fondamentali della persona.

Né ovviamente il discorso cambia quando ad essere processati in anticipo dai media siano magistrati o avvocati (magari incuranti, in passato, riguardo al tema dei processi mediatici): sta di fatto che si assiste, per l’ennesima volta al “terremoto” (per usare i titoli della stampa sull’inchiesta) mediatico, con la pubblicazione senza alcuna cautela e distinguo sui fatti addebitati, “pescati”, al solito, senza vaglio critico, da quella ordinanza cautelare che -prima o dopo l’entrata in vigore della c.d. riforma Orlando - continua ad essere la bibbia per gli informatori (e anche, nel caso di specie, prima dell’entrata in vigore della geniale riforma).

E, così, il consueto “circo mediatico” anche in Sardegna fa a gara per pubblicare notizie, comprese quelle relative alla iscrizione nel registro degli indagati di alti magistrati cagliaritani, avvisati  in tal modo “a mezzo stampa” e prima di ogni comunicazione ufficiale, di essere “sotto inchiesta”.

Con il solito corredo di fotografie (peraltro anche di persone estranee all’indagine), di “si dice”, di insinuazioni, di “imbarazzanti indiscrezioni”.

L’Osservatorio e la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane denunciano con forza - ancora una volta - il profondo degrado di queste modalità culturali (prima ancora che giuridiche) di “fare notizia” e rilevano come la appena approvata “riforma” non cambierà di un soffio le dinamiche informative dirette a sacrificare la presunzione di innocenza e ad istituire processi a mezzo stampa nella fase delle indagini preliminari. Siamo certi che il “Decreto Orlando” (Decreto Legislativo 29 dicembre 2017, n. 216, che entrerà in vigore a giorni) si rivelerà  un’occasione mancata, poiché non affronta in realtà alcuno degli aspetti più inquietanti delle gravi violazioni che caratterizzano l’informazione giudiziaria italiana.

Roma, 23 gennaio 2018

La Giunta

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria UCPI