22/05/2017
Procedimento a carico dell'ex Direttore dell'istituto due palazzi di Padova: carcere o indagine colabrodo?

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane non può che ricordare, per l'ennesima volta, che le indiscrezioni processuali a senso unico, dirette a far filtrare elementi accusatori sui mezzi di comunicazione, interferiscono in modo irrituale sulle dinamiche processuali, condizionano l'opinione pubblica prima e a prescindere dal processo e dai suoi esiti e violano norme processuali come quella prevista dall’art. 114 c.p.p.

Nei giorni scorsi alcuni quotidiani veneti hanno pubblicato con  grande  risalto la notizia relativa all’indagine a carico di Salvatore Pirruccio, ex direttore della casa di reclusione “Due Palazzi” di Padova. L’accusa, per il dirigente, sembrerebbe incentrarsi sulla presunta falsificazione delle relazioni della commissione interna di valutazione, trasmesse nel 2015 all’Ufficio del DAP chiamato a decidere sulle  domande  di  declassificazione presentate  da  alcuni  detenuti  della  sezione  AS1 e AS3  dell’istituto  patavino, destinata a chiusura, il cui accoglimento avrebbe  evitato il  trasferimento ad altri istituti (ma, soprattutto, la conseguente incolpevole interruzione di percorsi trattamentali positivamente intrapresi - scuola,  lavoro,  ecc.). 

L’avvocatura penale da sempre - e dunque anche in questo caso - non entra nel merito delle vicende giudiziarie e del fondamento processuale delle inchieste della magistratura, ma ha il dovere di verificare che le regole del gioco non vengano violate e che ogni processo si svolga nelle sedi proprie. Tra queste ultime non c’è, ovviamente, quella della stampa e dei media, che hanno il sacrosanto diritto/dovere di informare, ma in modo corretto e imparziale.

Suscita invece preoccupazione, nel caso in questione, che dai mezzi di informazione, come spesso accade, trapelino presunte notizie e risultanze segrete delle indagini e di ispezioni amministrative a supporto unilaterale delle ipotesi d’accusa.

Come si può intuire dai media, sono infatti ancora in corso le indagini preliminari nei confronti dell’ex direttore e, pertanto, le risultanze cui fanno riferimento gli articoli di stampa sopra citati non sono nella disponibilità dell’indagato – e dunque anche del pubblico – in quanto tutt’ora coperti dal segreto istruttorio.

Benchè, quindi, la persona sottoposta alle indagini non sia ancora stata posta nella condizione di poter conoscere gli elementi a suo carico, gli articoli pubblicati non soltanto ne riassumono il contenuto, ma riporterebbero testualmente i tratti salienti di alcuni atti investigativi. Ciò è reso tanto più evidente dal fatto che in alcuni passaggi il giornalista sottolinea che, quanto affermato, “è stato scritto nero su bianco” per corroborare quanto da lui esposto, ossia la prospettazione accusatoria.

Nella stessa ottica, inoltre, al no comment dell’ex direttore carcerario sulla vicenda che lo vede indagato, segue un breve excursus su altre indagini – rispetto alle quali Pirruccio è estraneo – così da far propendere il lettore in favore dell'ipotesi d’accusa, in un’ottica prettamente colpevolista.

In relazione a quanto accade, l’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane non può che ricordare, per l'ennesima volta, che le indiscrezioni processuali a senso unico, dirette a far filtrare elementi accusatori sui mezzi di comunicazione, interferiscono in modo irrituale sulle dinamiche processuali, condizionano l'opinione pubblica prima e a prescindere dal processo e dai suoi esiti e violano norme processuali come quella prevista dall’art. 114 c.p.p.

È allora bene ricordare, sebbene dovrebbe essere superfluo, che se il diritto all'informazione è sacro, esso deve tuttavia rispettare, come stabilito anche da decisioni e raccomandazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo e dal Parlamento Europeo, diritti di pari grado, come quello alla presunzione di innocenza ed alla celebrazione di un giusto processo. Tale non è il “processo mediatico”, celebrato preventivamente sulla stampa mediante interessate indiscrezioni al di fuori dei meccanismi e delle regole processuali.

Roma, 22 maggio 2017

L'Osservatorio sull'informazione giudiziaria UCPI