30/01/2017
Le distorsioni del processo mediatico.

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane, non può che rilevare come le proprie denunce e preoccupazioni – emerse anche nel recente “Libro bianco sull’informazione giudiziaria italiana” curato dall’Osservatorio e dall’Università di Bologna -  abbiano trovato conforto e riscontro nella relazione del Presidente della Corte di Cassazione, tenuta all’inaugurazione dell’anno giudiziario. L’informazione giudiziaria distorta è un fenomeno che non va esaminato solo per i suoi aspetti mediatici e sociologici, ma anche per gli effetti perversi che può determinare nelle concrete dinamiche processuali.

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane, non può che rilevare come le proprie denunce e preoccupazioni – emerse anche nel recente “Libro bianco sull’informazione giudiziaria italiana” curato dall’Osservatorio e dall’Università di Bologna -  abbiano trovato conforto e riscontro nella relazione del Presidente della Corte di Cassazione, tenuta all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Al di là della complessità e della opportuna sobrietà delle parole del Presidente Canzio, infatti, trovano riscontro in queste ultime i fenomeni distorsivi emersi dall’indagine scientifica del libro bianco delle Camere Penali.  La diseducazione della pubblica opinione; il fenomeno deteriore della presentazione in chiave accusatoria delle indagini che “ribaltano la presunzione di innocenza dell’imputato”  e dunque incidono, o rischiano di incidere, sugli esiti del processo e di condizionare il giudice; la necessità, di “restaurare le linee del giusto processo”, innanzi al sempre più presente “pre-giudizio costruito nel processo mediatico parallelo”. Questo significa in concreto che la narrazione mediatica distorta comporta una deriva nell’accertamento dei fatti che, pertanto, va ricondotto “all’interno del giudizio”, ma significa anche che la cronaca giudiziaria, allorché “ribalta la presunzione di innocenza”, altera non soltanto la percezione dei cittadini delle vicende giudiziarie, ma anche i principi di un processo giusto. In altre parole, come l’Unione delle Camere Penali italiane e l’Osservatorio sull’informazione giudiziaria da sempre sostengono, l’informazione giudiziaria distorta è un fenomeno che non va esaminato solo per i suoi aspetti mediatici e sociologici, ma anche per gli effetti perversi che può determinare nelle concrete dinamiche processuali. Questa analisi - che è la nostra analisi - ci conforta nella sua adeguatezza ma ci preoccupa per il suo significato nelle dinamiche del “fare giustizia” quotidiano, ed impone pertanto una riflessione collettiva anche da parte di chi ha il nobile compito di fare informazione. Riportiamo, a tal fine, le parole di un giornalista irpino - a cui le Camere Penali e l’Osservatorio hanno espresso piena solidarietà anche in un recente convegno – attaccato in maniera vigorosa dalla locale Associazione Nazionale Magistrati, solo per aver fatto il proprio dovere di informare i cittadini: “il compito della stampa, in uno stato di diritto, è quello del cane da guardia: vigilare sull’operato del potere, di qualsiasi potere, anche di quello giudiziario”.

La Giunta

L’Osservatorio sull’Informazione Giudiziaria UCPI

Roma, 30 Gennaio 2017