La via giudiziaria alla crescita civile - di Ezio Menzione - aprile 2014

LA VIA GIUDIZIARIA ALLA CRESCITA CIVILE

La Corte Costituzionale ha giudicato illegittimo il divieto di inseminazione eterologa per le coppie sterili, così dando un colpo finale alla legge 40/04 sulla procreazione medicalmente assistita. Rimane il divieto di commercio di gameti, il divieto di gravidanza surrogata, il divieto di eterologa in caso la richiesta non provenga da una coppia eterosessuale, ed altri divieti, ma l’asse portante della legge ha avuto un colpo ferale.
Nello stesso giorno il Tribunale di Grosseto ha riconosciuto il diritto a vedere trascritto nei registri dell’anagrafe comunale il matrimonio fra persone dello stesso sesso contratto all’estero, laddove tale matrimonio è consentito. La sola trascrizione del matrimonio, si badi; rimanendo fermo il divieto per i gay di convolare a nozze nel nostro paese. Il Tribunale di Grosseto si è scostato dunque dalla giurisprudenza della Cassazione, che aveva inibito al comune di Latina di trascrivere il matrimonio di due gay precedentemente contratto in Olanda. Si è avvicinato invece all’indirizzo della Corte Costituzionale e della stessa Cassazione che avevano statuito come, nell’impossibilità di avere accesso al matrimonio, le coppie gay avevano diritto al riconoscimento di pari diritti, lanciando un monito (poi più volte ripetuto) al Parlamento perché legiferasse in materia in questa direzione. Il PM grossetano ha già preannunciato appello.
Nei giorni precedenti si sono sovrapposti pronunciamenti di giudici di merito che hanno stabilito - alcuni - come non sia reato il trascrivere presso lo stato civile come genitori le coppie che abbiano fruito, laddove questa è legittima, di un’ovodonazione e di una gravidanza surrogata; oppure – altri – che ciò non costituisce alterazione di stato ex art.567 CP (pena da 5 a 15 anni) bensì semplice falsa dichiarazione a pubblico ufficiale sulla identità della persona ex art.495 c.2 CP (pena da 2 a 6 anni) con ciò rendendo remota la prospettiva dell’esecuzione della pena.
Si tratta di decisioni che vanno profondamente ad incidere sul tema della filiazione, sul diritto di famiglia, sui diritti civili in generale. Non è vero che la liceità dell’inseminazione eterologa, per esempio, farà venir meno l’istituto dell’adozione. Non è stato così nei paesi avanzati che l’eterologa la hanno sempre ammessa. E’ vero invece che ciò spingerà a snellire, semplificare e rendere più accessibile l’adozione. Così come non è vero che tutte le coppie che soffrono dell’impossibilità della moglie o della compagna di restare incinta si precipiteranno laddove la gravidanza surrogata è ammessa e normativamente disciplinata. Né è vero che il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero sia corrispondente al diritto a sposarsi o unirsi civilmente: però va in quella direzione e dunque è positivo al pari delle altre pronunce susseguitesi in questi giorni. Maggiore libertà di scelta, maggiore consapevolezza e responsabilizzazione, crescita civile e morale dei singoli e del nostro paese.
Colpisce però un dato: si tratta sempre e soltanto di pronunce giurisprudenziali. Una volta ancora (come già avvenne su tema del fine vita) mentre la politica è totalmente sorda, la magistratura, sotto la pressione del dato di realtà, apre e riconosce degli spazi di libertà civile.
Il tema può anche preoccupare. Sul versante politico perché è difficile riconoscersi in un sistema che propone soltanto divieti. Ma anche perché è legittimo temere, una volta ancora, una magistratura che, da sola, è chiamata a riempire gli spazi che la politica lascia vuoti, le domande che lascia senza risposta. Ci piacerebbe che queste pronunce mettessero in moto un circuito virtuoso di discussione giuridica e culturale, facendo ricorso ai dati scientifici, provati e ad elementi di razionalità, e poi finalmente si arrivasse a legiferare e sistematizzare queste come altre materie. Ma per ora dobbiamo accontentarci del ruolo suppletivo della giurisprudenza e, per l’intanto, attribuiamo segno positivo a questi piccoli passi.
Del resto, c’è qualcuno che scommetterebbe qualcosa sul punto che questo Parlamento, ove oggi si accingesse a legiferare in queste materie, non cadrebbe preda dei ricatti politici (spacciati per morali) del mondo cattolico, e della destra ad esso succube, e delle incertezze della sinistra, con esso complice? Viene da dire: meglio la politica dei piccoli passi giurisprudenziali, degli stop and go delle sentenze che si alternano nel segno, che un legislatore che, ove ponesse mano a simili materie, lo farebbe – c’è da giurarci - in chiave di diniego di ciò che i giudici poco a poco riconoscono.
Colgo l’occasione per segnalare che la Camera Penale di Venezia, assieme alla Camera Civile, e col patrocinio dell’UCPI, proprio sul tema della gravidanza surrogata ha organizzato un convegno per il pomeriggio del 6 giugno prossimo.