22/03/2021
L'UCPI condanna la decisione del Governo turco di uscire dalla Convenzione di Istanbul

Pubblichiamo il documento della Giunta con gli Osservatori Europa e Pari Opportunità

È di ieri la decisione del Governo di Ankara di revocare l’adesione della Turchia alla Convenzione di Istanbul, trattato del 2011 voluto dagli Stati membri del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne imponendo ai Governi di adottare delle leggi che perseguano la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili. Ironia della sorte, la Convenzione è stata aperta alla firma proprio in Turchia, Paese che per primo l’ha ratificata.

Ad oggi 34 Stati europei vi aderiscono ed è considerata lo standard di riferimento a livello internazionale per la protezione delle donne dalle violenze che subiscono quotidianamente.

L’Unione delle Camere Penali Italiane apprende la notizia con preoccupazione atteso che la Turchia sempre più spesso viola i diritti fondamentali e gli impegni assunti nel contesto internazionale, specialmente dopo il fallito golpe del luglio 2016 - che ha portato all’arresto di numerosi avvocati, magistrati, accademici, giornalisti ed esponenti della società civile sottoposti ancora adesso a processi arbitrari seguiti da condanne pesantissime. Più recentemente ricordiamo, tra i molti avvocati perseguitati, l’arresto di Ebru Timtik, morta in carcere dopo 238 giorni di sciopero della fame intrapreso per affermare i diritti del suo popolo.

La Corte di Strasburgo, all’indomani della pronuncia della sentenza di Grande Camera, nel caso Selahattin Demirtas c. Turchia (n. 2) del dicembre 2020 è stata oggetto di un cyber-attacco subito dopo la pubblicazione della decisione di condanna contro lo Stato turco.

Nello stigmatizzare con forza la decisione della Turchia di ritirare l’adesione alla Convenzione di Istanbul – che configura un ulteriore e drammatico passo verso l’azzeramento della tutela dei diritti fondamentali, in particolare delle donne, a discapito del  loro ruolo nella società e della efficace protezione contro ogni forma di violenza – l’Unione si associa alle considerazioni svolte dal Segretario Generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejčnović Burić, sulla portata della notizia, la quale rappresenta una grave battuta d’arresto agli sforzi internazionali volti alla protezione delle donne, tanto più deplorevole perché ne compromette la tutela non solo in Turchia, ma anche in tutta Europa ed oltre.
La Comunità internazionale ha immediatamente condannato la decisione del Governo turco in quanto drammatico segnale di arretramento rispetto ad una conquista di civiltà per i Paesi dell’Unione Europea; a Instanbul e nelle principali capitali europee molte donne hanno dato vita a manifestazioni di protesta.
La Giunta delle Camere Penali Italiane, insieme agli Osservatori Europa e Pari Opportunità, si unisce alla protesta di tutte le donne e le giuriste d’Europa, nonché e a tutti coloro che ricoprono ruoli di rilievo nelle Istituzioni nazionali ed europee affinché promuovano concrete iniziative per evitare un arretramento nella conquista dei diritti e nella difesa degli stessi.
L’attenzione di UCPI continua ad essere alta attraverso il monitoraggio e  la condanna in ogni sede delle violazioni dei diritti fondamentali in Turchia e nel mondo senza dimenticare mai che i diritti delle donne sono i diritti di tutti.

Roma, 21 marzo 2021
La Giunta UCPI
L’Osservatorio Europa
L’Osservatorio Pari Opportunità

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