19/01/2020
DIRITTO DI DIFESA: L'UNIONE SOSTIENE LA CAMERA PENALE DI NAPOLI NORD

La Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane esprime pieno ed incondizionato sostegno alle iniziative di protesta indette dalla Camera Penale di Napoli Nord, ed ammirata solidarietà ai Colleghi professionalmente impegnati nel processo che ha dato luogo alle polemiche. La posizione dell'Unione

La Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane esprime pieno ed incondizionato sostegno alle iniziative di protesta indette dalla Camera Penale di Napoli Nord, ed ammirata solidarietà ai Colleghi professionalmente impegnati nel processo che ha dato luogo alle polemiche.
 
È del tutto ovvio che quegli avvocati, determinatisi perciò addirittura ad abbandonare senza eccezioni le difese, abbiano colto nella improvvida scelta del presidente del Tribunale di assegnare una inopinata e squilibrata priorità alla trattazione di quel processo, mediante la adozione di provvedimenti organizzativi senza precedenti, il segnale di una indebita “specialità” che pregiudica la indispensabile terzietà del giudicante.
 
Se infatti la complessa istruttoria dibattimentale ha seguito fino a ieri, e per oltre due anni,  tempi del tutto ordinari nella escussione del testimoniale di accusa, sorprende che si pensi ora di dover liquidare l’assunzione della prova a discarico con scadenze frenetiche, che giungono all’esonero dei componenti del Collegio da ogni altro impegno giurisdizionale (con conseguente paralisi della amministrazione della giustizia nel già collassato distretto di Napoli Nord), ed alla citazione dei testi della difesa ad horas e d’imperio da parte del Tribunale. 
 
Ancor meno può giustificarsi tale anomalia con l’asserita necessità di rendere compatibile la conclusione del processo con il già deliberato trasferimento del Presidente del Collegio ad altro ufficio giudiziario, in ossequio ad esigenze di sviluppo di carriera la cui legittimità non può spingersi fino a pretenderne la prevalenza sul diritto di difesa degli imputati, nonché sui diritti e sulle legittime aspettative di molte centinaia di altri imputati e persone offese nei processi che, per tale incredibile ragione, sono destinati ad una ingiustificabile paralisi nei prossimi mesi.
 
Sorprende allora la presa di posizione goffamente sarcastica dell’ANM locale, che invoca la salvaguardia del principio di immediatezza (scriva la sentenza lo stesso giudice che ha raccolto la prova), tradizionalmente invocato dai penalisti italiani, che ora invece lo rinnegherebbero.
 
Quei difensori, infatti, si sono limitati a ricordare che quel sacrosanto principio, oggi sempre più pericolosamente aggredito innanzitutto dall’A.N.M., è derogato dalla legge (da noi sempre avversata) proprio in relazione a processi con imputazioni quali quelle in contestazione in questa vicenda processuale. 
 
È il Presidente del Tribunale che deve spiegare come mai pretenda di veder ignorato l’art. 190 bis del codice di rito proprio – e solo!- in questo processo, perfino al prezzo di paralizzare l’ordinaria funzionalità dell’intero Tribunale di Napoli Nord, nello stesso momento in cui l’intera magistratura italiana (sulla scorta di una recente, allarmante decisione delle Sezioni Unite della Cassazione) ne invoca la indiscriminata applicazione ad ogni modifica di collegio o di giudice, quale che sia il reato oggetto del processo.
 
Né può infine sottacersi la inammissibile gravità del fatto che l’inopinato scatenarsi di questa polemica sia generata dalla pretesa di vedere tutelata e garantita una mera aspettativa di carriera, ancorché legittima, del Presidente del Collegio, rispetto alla quale ogni superiore esigenza di giustizia viene avvertita come secondaria e recessiva.
 
Roma, 19 gennaio 2020
 
La Giunta